In molti ricorderanno la vicenda delle firme false utilizzate alle elezioni Comunali del 2012 dai M5S. A beneficio di chi non lo ricorda, i fatti per i quali diverse persone rischiano il rinvio a giudizio riguardava un numero consistente di firme non autografe da parte di tanti sostenitori del Movimento cinque stelle che non avrebbero riconosciuto la loro firma sui documenti di presentazione della lista. La cosa era stata fatta in modo anche piuttosto maldestro, con la medesima calligrafia su più nominativi e addirittura con la firma, non veritiera, su una linea non corrispondente ai dati anagrafici del presunto sottoscrittore.
Sei delle persone indagate e che stanno per essere rinviate a giudizio si sono presentate al Magistrato per essere ascoltati, accompagnate dall’avvocato Domenico Montaleone. I sei avrebbero dichiarato di non essere nemmeno a conoscenza dei fatti, portando a supporto di tale tesi il fatto che già alcuni mesi prima si era verificato un fatto analogo ed era stato messo in piedi una specie di comitato per accertare le responsabilità dell’accaduto e quelle firme non erano mai state utilizzate. Per questo non c’era alcun motivo in un’altra occasione di cadere a loro volta nello stesso errore.
Questo è in contraddizione con le dichiarazioni dei due che hanno ammesso i fatti, Claudia La Rocca e il Deputato Regionale Giorgio Ciaccio. Il pm non sembra credere molto alla versione dei sei ma l’avvocato sostiene che anche le perizie calligrafiche non attribuiscono con certezza ma solo come compatibilità la scrittura agli indagati. Per cui verrebbe a mancare la prova dell’illecito.